Il villaggio di Farettaz, Ponti e antiche case nella valle di Champorcher, Saint-Rhémy ed Étroubles
Il villaggio di Farettaz a Fontainemore
Ubicazione:
216 km da Annecy, 117 km da Chamonix, 194 km da Ginevra, 62 km da Aosta.
Temi architettonici:
Fontainemore può vantarsi d’essere uno dei più importanti centri di emigrazione attiva (stagionale) legata all’edilizia. Da San Giuseppe a Santa Barbara, talvolta anche a Natale, gli uomini di questa comunità partivano per svolgere il proprio mestiere di mastri costruttori in Savoia, nel territorio del Ducato di Aosta e in grandi città, come Torino, Marsiglia, Lione, Grenoble e persino Parigi. L’architettura delle abitazioni del loro comune d’origine suscita rispetto.
Tracce d’amore per il taglio preciso della pietra e quelle alte murature portanti di 4 o 5 piani sono sparse per più di cento casali sui versanti ripidi, coperti da castagni. Farettaz è uno dei villaggi meglio conservati; pressoché abbandonato, si compone di diversi gruppi di case uniti da sentieri ben sistemati.
Il più interessante è, senza alcun dubbio, quello da cui si erge il campanile della cappella dedicata a San Lorenzo. L’ingresso del sito è decorato da una bella fontana ricoperta da una volta in pietra; la vasca è alimentata da un lungo canale scavato nella roccia.
Strette le une alle altre, le case disegnano formazioni complesse, separate da passaggi coperti, terrazze, giardini e vicoli, che permettono di scoprire un’antica architettura di qualità, nel cui grembo si compenetrano spazi interni ed esterni in dimensione umana, piena del “saper vivere” la montagna.
Una nota interessante: nel villaggio denominato “Pra dou Sas” è stato recentemente messo in piedi un museo etnografico della media montagna. Grazie alla collaborazione degli abitanti, questo piccolo museo comunale presenta al pubblico gli oggetti della vita quotidiana inseriti negli scenari di un’abitazione tradizionale.
Ponti e antiche case nella valle di Champorcher
Ubicazione:
212 km da Annecy, 116 km da Chamonix, 193 km da Ginevra, 60 km da Aosta.
Temi architettonici:
In una vallata rocciosa e scoscesa come quella di Champorcher, i collegamenti da una riva all’altra dei torrenti non erano operazioni semplici. Appoggiando le fondamenta dei ponti sopra voragini rocciose, sovrastanti acque tumultuose, i mastri costruttori del XVII e XVIII sec. hanno edificato delle vere opere d’arte, che resistono ancora oggi alle piene più impressionanti.
A 6 km appena dalla vallata centrale, presso il capoluogo di Pontboset, un tragitto riunisce diversi ponti curvati a dorso d’asino sull’orrido di Rathus; conducono ai valloni del versante soleggiato, dove s’arroccano numerosi villaggi abbandonati. Le abitazioni, attaccate al pendio, sono caratterizzate dai loro ”soulei”, alti fienili chiusi da pareti d’assi verticali strette da pilastri agli angoli.
Piccole casette in pietra a 2 piani, costruite accanto, fungevano da essiccatoi per le castagne e ricordano, fino ai 1000 m di altitudine, che il popolamento di questa vallata è stato indissolubilmente legato alla presenza di questo frutto nutritivo. Più in alto, la cultura dei cereali assume aspetti eroici.
I campi di segale di un tempo, in aggetto (sporgenti) gli uni sugli altri, grazie alla disposizione dei versanti a terrazza, caratterizzano questo paesaggio, letteralmente costruito dall’uomo. Nei villaggi, come Outre l’Eve, numerosi granai per i covoni ed il grano testimoniano l’abilità dei carpentieri di questa originale vallata alpina, tutta da scoprire.
Il museo etnografico della canapa ”Lou Dzeut”, a Chardonney è stato allestito sotto un vecchio granaio del XVIII sec., arredando una stalla abitata, sulla falsariga di quelle di Champorcher in inverno. Gli abitanti erano specializzati nella tessitura della canapa e, da tutta la Valle d’Aosta, vi si convogliava questa preziosa materia prima, indispensabile, nella vita quotidiana, per la confezione di indumenti intimi, drappi e lenzuola.
Saint-Rhémy ed Étroubles
Ubicazione:
185 km da Annecy, 89 km da Chamonix, 166 km da Ginevra e 23 km da Aosta.
Temi architettonici:
I borghi medioevali di Étroubles e Saint-Rhémy si trovano sulla via romana che dalla città di Aosta risaliva i versanti delle Alpi Pennine (Alpis Poenina), verso il Vallese ed il nord Europa. Come un "picchetto" sul percorso, il campanile della chiesa parrocchiale domina questi caratteristici complessi architettonici, borghi di strada costruiti seguendo un asse principale di circolazione, alla confluenza di 2 torrenti e in corrispondenza dei ponti.
Gli assi secondari portavano ai mulini e alle fucine. Le abitazioni del borgo rivolgono le facciate, aperte su grandi portoni d’accesso, alla via principale; i portoni conducono verso cortili interni o ad un lungo corridoio, con gabbie di scale, che offre accesso coperto a tutti i piani delle grandi case di pietra, dotate, un tempo, di scuderie e fienili.
La data di costruzione e le iniziali degli artigiani costruttori sono incise sulle architravi o forgiate sui cancelli in ferro battuto. In passato, questi agglomerati abitativi disponevano di franchigie, che attribuivano agli abitanti la funzione di "marronniers" (guide per il passo del colle del Gran San Bernardo, in inverno e in estate), accoglievano un ospizio, erano cinti da mura, sorvegliati da ronde di guardia e chiusi da porte durante le notti.
La Via Francigena, fino al medioevo unica grande via di raccordo tra Italia e Inghilterra, passa per Saint-Rhémy ed Étroubles; in effetti, è proprio la via centrale di questi borghi che, dal colle del Gran San Bernardo, veniva percorsa, a piedi, a cavallo o a dorso di mulo, per recarsi a Roma.